Premessa
Almeno una volta nella vita abbiamo sentito dire “vendere l’anima al diavolo” e, nella maggior parte dei casi, non ci si sofferma neanche sull’ipotesi di poterlo fare davvero. È stato così anche per me fino a quando, appena adolescente, non mi è capitato di guardare Indiavolato. Nel film il protagonista, per questioni di natura amorosa, viene contattato dal diavolo che gli concede 7 desideri prima di prendere la sua anima. Non starò a raccontare di come nessuno dei desideri sia stato realmente come immaginato o del pentimento finale del protagonista. La digressione vuole essere semplicemente lo spunto dal quale è partito il mio pensiero a riguardo.
Lettura
Partiamo da ciò che ho imparato dal film.
Bene, ho capito che col diavolo non si scherza un pube perché è come la legge: non ammette ignoranza. I desideri non devono essere semplici e superficiali, i desideri devono essere precisi come la lama di una katana di Hattori Hanzo.
I dettagli fanno sempre la differenza.
Il mio elenco è partito 20 anni fa e ormai credo di poter diventare qualsiasi cosa nella maniera che desidero e nella modalità che preferisco. Potrei diventare un perfetto perfetto in qualsiasi ambito. Naturalmente, come tutti, ho un personaggio preferito che vorrei essere anche se, col senno di poi, ho fatto tanta fatica a stilare liste del giambellino quando avrei potuto chiedere tranquillamente di diventare come Gianluca Vacchi (soprusi sui propri dipendenti a parte, sia chiaro), ma questa è un’altra storia.
Dopo la premessa fuori dalla premessa, siamo nella condizione ideale per poter idealizzare e analizzare la questione.
Partendo dal presupposto di avere le carte giuste per rispondere come si deve alla chiamata dell’amico demonio ladro (di anime, seppur con firme contrattuali che trasudano accondiscendenza), ci troveremmo di fronte a una scelta. Contratto alla mano: si firma o non si firma?
Questa forse è la parte più delicata per diversi fattori, che cerco di elencare:
- I pensieri di oggi potrebbero non essere gli stessi di domani.
Nessuno potrebbe garantirci che non ci pentiremmo di questa scelta tra un anno o due o, perché no, in punto di morte. - Una vita più semplice e in discesa – perfetta – potrebbe non farci godere appieno dei risultati ottenuti; risultati ottenuti non grazie al nostro impegno, ma grazie a una mano divina che ci regalerebbe qualcosa solo in cambio di altro.
Saremmo a tutti gli effetti delle piccole meretrici con il diavolo come miglior cliente. - Da qui si collega un fattore puramente etico. E sull’etica non ci metto lingua visto che, personalmente, credo che ognuno possa avere la propria senza necessariamente doverne avere una comune.
- Il diavolo sarebbe la prova più tangibile e lampante dell’esistenza di Dio.
Perfetto. Adesso abbiamo la lista perfetta, i fattori giusti e possiamo decidere in tranquillità.
Nel corso degli anni ho ragionato molto su ciò che ho appena scritto e per molti di essi ho sempre pensato che sarebbe assolutamente stupido apporre firme su contratti del genere, ma c’è un ma.
Un ma che non se ne va e che ha sempre lasciato la chiave attaccata alla porta.
Questo ma mi ha fatto pensare a un ipotetico sì e lì, nonostante in mano abbia una lista da far invidia al diavolo in persona eterea, mi sono posto altre domande.
I fattori elencati devono essere presi in considerazione tutti o solo in parte? Se firmiamo ci facciamo consegnare una vita a termine come diavolo comanda oppure voliamo bassi e cerchiamo di realizzare solo le cose più importanti e per il resto si va di autoerotismo? Sarebbe semplice dire “Vabbè, ormai abbiamo firmato, vediamocene bene finché possiamo e poi amen“, ma a me le cose semplici non sono mai piaciute. Troppo agio mi metterebbe a disagio.
E quindi che si fa? E perché me lo domando?
Semplice: sono pigro.
Fosse per me chiederei semplicemente un boost alla vita, scenderei a patti con il diavoletto – che ci ha fatto litigare – e gli direi che potrebbe tranquillamente prendere 100 anni della mia vita post mortem per poi farmi fare la trafila dantesca e risalire fino al regno dei cieli. Una sorta di fifty-fifty ben congeniato.
Di andare in palestra non mi va e non mi andrà mai, fammi avere il fisico di Cristiano Ronaldo fino a 100 anni e lasciami mangiare tutto ciò che voglio senza ingrassare.
Mi sono rotto gli ammennicoli della lebbra che porto in dote dai geni (non inteso come geniali) dei miei famigliari, depurami, o’ devil, dei peli di Achille e della lebbra funesta!
La povertà mi archipatta, fammi vincere 6 volte di fila, che ne so, un Turista per Sempre.
Alla fine che desideri sono? Valgono davvero la mia vita per l’eternità? Il mio eccesso di pigrizia varrebbe davvero il resto della vita dell’universo negli inferi? Io non credo.
Concludendo, dove volevo arrivare? Da nessuna parte, com’è giusto che sia.