Premessa
La maggior parte delle volte ho vissuto le idi del secondo mese dell’anno come un giorno uguale a tanti altri giorni; è sempre arrivato in un momento in cui la mia vita si accinge a cambiare numero. Non nego che spesso mi sia sforzato di trovar parole per quel giorno e, ancor più spesso, ci sia arrivato in condizioni che non avrei voluto, ma quest’anno è diverso perché sento qualcosa nell’aria, senza le catene di un giorno che, forse, non sentirò mai mio fino in fondo.
Lettera
Come ogni notte arrivi tu, a riempire di vuoto questo letto dove distesi è più semplice pensare che chini su una scrivania: davanti alla luce fioca di uno schermo e al vapore di una sigaretta elettronica che avrebbe bisogno di più spazio per non trasformare questa stanza in una grigia mattinata di autunno londinese.
Non conosco l’odore del tuo respiro eppure ci sono momenti in cui lo bramo come un impavido pesce – erroneamente finito giù dal suo acquario – alla ricerca di una libertà di cui è stato inconsapevolmente privato. Non ho bisogno di carnalità anche se vorrei dipengere il contorno del tuo corpo con la delicatezza delle mie labbra, mentre si poggiano e scorrono sul tuo corpo, simulando una piuma leggera e impalpabile trasportata qua e là da un soffio di vento.
Non so bene cosa mi leghi a quell’anima; dovresti essere kriptonite e invece mi sento l’insetto che non riesce a sfuggire dalla tua ragnatela, mai tessuta. Vorrei avere il potere di mancarti anche se so che vivi una vita in cui non riuscirei a entrare. Vorrei mi mancassi meno, ma soltanto per avere un petto più leggero. Quelle volte in cui l’eco delle tue risate viene a farmi visita è un palliativo effimero: il sapore fruttato che fa scendere una medicina giù per la gola, prima che arrivi l’amaro retrogusto, quello persistente, che ti fa passare la voglia di prenderne un altro po’. Eppure non riesco a non volerti cercare, e ogni volta sei un pensiero miserabilmente denso.
Sei lontana.
Così lontana da essere più accettabile della distanza che sento quando ti sono vicino; è una lontananza che vivo con la consapevolezza che, in fondo, sono le strade della vita a tenerci distanti… Quando sono con te, invece, è difficile accettare che non c’è vita che tenga al tuo non voler far parte delle mia.
Sei costretta a bastarti, ma mi chiedo se sentirai mai quella voglia di avere accanto una persona che vorrebbe prendersi cura delle tue debolezze; farsi carico di un tuo impegno; che ti voglia così: senza voler cambiare neanche una sfumatura di ciò che sei e di ciò che vorrai diventare. Vorrei stringerti la mano per qualche passo di questo viaggio, anche solo fino al prossimo bivio: saresti comunque un prezioso ricordo da custodire avidamente.
Hai dei modi così genuini con quel gusto antico di un mondo lontano, che mi manca anche se non l’ho mai vissuto; di una madre che condivide un boccone con il figlio; di una disponibilità nelle piccole cose che mi fa sentire speciale e uguale a tutti gli altri nello stesso medesimo istante. Sono arrivato nel tuo momento peggiore e sarò lontano quando sceglierai altre braccia anche se, in cuor mio, sono certo di poter curare le tue ferite con le mie e riempire i tuoi vuoti con i miei, proteggendo quel che resta del tuo cuore con quel mantello di pietra che, accanto a te, non mi servirebbe più.
Racconto sogni di fantasia, racconto sogni che non saprai mai perché sei troppo risoluta per dar peso a delle semplici parole… alle mie parole. Non ti biasimo. Non biasimo neanche me. Sono sentimenti che nascono fin troppe volte – e per altrettanti motivi – solo da una parte e viverli in solitudine è pur sempre un modo di viverli. Mi perderei ore nei tuoi sguardi vuoti e disinteressati mentre penso che la mia ricerca di un posto nel mondo, di una casa, troverebbe la sua fine nel tepore di un tuo abbraccio.
Tesoro mio.
Piccola mia.
Continuerò a sbagliare momenti e desideri mentre tu continuerai a vivere le tua vita senza immaginare quanto amore vorrebbe darti una di quelle persone che, per te, importante non lo sarà mai.
Buona festa delle idi di Febbraio a me, che amo più che posso nelle complicanze di un affetto non corrisposto.